Linguista, filologo e storico spagnolo. Docente di Filologia romanza presso
l'università di Madrid, fu membro di numerose associazioni e istituzioni
nazionali (Real Academia Española, Real Academia de Historia) ed estere
(Hispanic Society of America, Reale Accademia dei Lincei), fondatore del Centro
de Estudios Históricos e della "Revista de Filología
Española". Allievo di Menéndez y Pelayo, ne ereditò la
tradizione universitaria ed erudita, fino ad essere a buon diritto considerato
il padre della moderna scuola spagnola di filologia romanza, improntata a rigore
scientifico, esegesi critica ed acuta intuizione. Il suo campo di interesse,
benché assai vasto, può essere individuato nella lingua e
letteratura spagnola di età medioevale e nel relativo periodo storico. La
sua ricchissima produzione presenta, infatti, sia opere di puro carattere
filologico-linguistico (
Manual de gramática histórica
española, 1904;
Documentos lingüísticos de
España, 1919;
Orígenes del español. Estado
lingüístico de la Península Ibérica hasta el siglo
XI, 1926;
El idioma español en sus primeros tiempos, 1927) sia
opere di argomento letterario, in cui è però fondamentale
l'approccio paleografico, filologico e storico. Di grande valore sono infatti le
edizioni critiche di
La leyenda de los infantes de Lara (1896), di cui
riuscì a ricostruire per primo numerosi frammenti perduti dell'edizione
originaria; del
Poema de Yuçuf (1902); dell'antica
Primera
Crónica General de España (1906) di Alfonso X. In questo
ambito la sua opera maggiore è forse costituita dai tre volumi del
Cantar de Mío Cid (1908-11), che ne contengono il testo critico,
la grammatica e il vocabolario; a questo filone di indagine si collegarono poi
cicli di conferenze tenute da
M. in tutto il mondo sull'epica spagnola
primitiva (le cui relazioni sono raccolte nel volume
L'epopée
castillane à travers la litterature espagnole) e la più tarda
opera di riflessione sulle origini dell'epica,
La Chanson de Roland y el
neotradicionalismo (1959). Altra tematica assai sviluppata da
M.
è quella della poesia popolare, che egli trattò in numerosissime
opere, fra cui ricordiamo
Poesía árabe y poesía
europea (1938), in cui fissò i rapporti tra la lirica arabo-andalusa
e quella europea. Infine, come storico, lasciò titoli di grande
interesse:
La España del Cid (1929), in cui la figura del celebre
eroe castigliano è interpretata nel quadro della Spagna dell'XI sec., e
Los españoles en la Historia (1947), che fece anche da
introduzione alla monumentale
Historia de España di cui fu
direttore (La Coruña 1869 - Madrid 1968).